Agricoltura

Agricoltura biodinamica, se ne discute in Commissione Bilancio: “Priva di ogni fondamento”

La Commissione Bilancio presieduta da Fabiano Amati, è ritornata sul tema dell’agricoltura biodinamica ponendo al centro della discussione l’opportunità o meno di investire fondi pubblici per incentivare lo sviluppo di questo comparto in mancanza di una provata validità scientifica della stessa. Tale considerazione è scaturita a seguito della deliberazione di Giunta regionale n. 132 del 2018 dal titolo “The Apulian Lifestyle, per una lunga vita felice”, con cui la Regione ha previsto, tra le azioni da realizzare, “lo sviluppo di una rete biodinamica della qualità alimentare della Puglia”, coordinato dal Health Marketplace con il coinvolgimento dei Dipartimenti della salute e agricoltura. Nella delibera si prevede anche la “copertura economica delle spese di attivazione del percorso” attraverso “i fondi a disposizione per la comunicazione Por Fesr 2014-2020” con uno stanziamento pari a 1,2 milioni di euro. Pertanto, durante i lavori sono stati ascoltati il responsabile Health Marketplace Felice Ungaro, con riferimento al progetto Apulian Lifestyle, e i professori Franco Nigro e Cinzia Montemurro, rispettivamente docente e ricercatrice del Dipartimento di Scienza del suolo, piante e alimenti dell’Università di Bari in ordine alla programmazione regionale sull’agricoltura biodinamica.
Nel corso degli interventi, da parte del dottor Felice Ungaro è pervenuta la richiesta di innescare un confronto tecnico-scientifico, all’interno del quale sarebbe conveniente mettere a comparazione il metodo biologico, biodinamico e convenzionale tra i vari tipi di agricoltura utilizzati. In tal senso ha anche depositato alla Commissione una raccolta contenente 60 articoli di pubblicazioni, da cui emergono i dati di tale comparazione.
Di grosso equivoco tra biologico e biodinamico ha parlato la professoressa Montemurro, la quale ha rilevato che l’agricoltura biodinamica si va affiancando a quella biologica e tradizionale e soprattutto che vi è una differenza sostanziale tra i due metodi. Mentre il biologico è una forma di agricoltura riconosciuta dalla Comunità Europea e supportata con una serie di azioni a sostegno, il biodinamico non è riconosciuto come tale nella programmazione europea, verso il quale si ha invece un approccio filosofico che non ha nulla a che fare con il metodo scientifico del biologico. Sulla base dei dati a disposizione è emerso che in Puglia ci sono 37 aziende che praticano il biodinamico, il cui fatturato si aggira intorno ai 13 mila euro per ettaro a fronte dei 2 mila e cinquecento euro riveniente dal biologico e i 3 mila e duecento euro dal convenzionale.
Per il professore Nigro si tratta di una fuga in avanti rispetto al dibattito scientifico priva di ogni fondamento. Secondo il docente universitario, si potrebbe iniziare a paragonare il biodinamico con il biologico solo se la biodinamica abbandonasse l’uso delle formule
e rituali, che fanno riferimento ad un brand tedesco (tale Demeter) la cui certificazione non è riconosciuta dall’Unione europea. Non vi è alcun dato che attesti che un prodotto del biodinamico sia di qualità superiore a quello biologico. Bisognerebbe invece incentivare il biologico, i cui effetti benefici sono certificati e riconosciuti ed investire ancora di più nella ricerca, considerata l’incostanza dei risultati a livello di produttività.
Per conto del dirigente della Sezione attuazione dei Programmi comunitari per l’agricoltura Luca Limongelli è intervenuta la dottoressa Picca in ordine allo stanziamento a Federbio, precisando che i progetti finanziati rientrano nel piano informativo a sostegno delle azioni di informazione il cui obiettivo principale è la divulgazione delle conoscenza relativamente all’agricoltura biologica e ai sistemi di controllo e tracciabilità del prodotto biologico.

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