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Divieti di trasferta, per pochi pagano tutti

Alla vigilia della trasferta per Acireale era giunta la buona novella per i tifosi del Bari, delusi dopo la decisione della Procura di Catania di consentire la trasferta in terra siciliana a soli 50 sostenitori biancorossi e questo per gli scontri che si erano verificati tra una frangia della tifoseria organizzata messinese e un’altra di sponda barese. In quell’occasione la Digos analizzò le telecamere situate nei pressi del Porto di Messina e notò addirittura delle spranghe in possesso dei facinorosi oltre ai lanci di fumogeni e scoppi di petardi.
I messinesi tornavano da Torre del Greco, i baresi tornavano a casa dopo la trasferta di Marsala, terminata 1-1.
Nonostante l’episodio la buona novella di cui parlavamo e’ stata la decisione, anche grazie all’ intervento dell’ Acireale calcio e del Bari calcio,di ampliare a 200 i posti a disposizione dei baresi. Tutto tranquillo prima,durante e dopo la gara del “Tupparello”,terminata 1-3 in favore dei pugliesi, ma evidentemente lo stretto siciliano e’ diventato sinonimo di guerriglia perché domenica 4 novembre mentre erano in corso le operazioni di imbarco sul traghetto Messina-Villa San Giovanni, al rientro da Acireale,alcuni baresi teppisti hanno lanciato numerose bombe carta contro le auto della polizia che li scortavano. Sullo stesso traghetto stava per imbarcarsi anche la squadra del Bari. Oltre al rapporto delle Forze dell’Ordine, parlano chiaro le immagini che sono girate sul web. Per pochi sconsiderati il rischio è che ora possano pagare i tifosi, quelli veri,che vogliono soltanto andare in trasferta per divertirsi e incoraggiare la loro squadra.
Le trasferte in terra siciliana,infatti non sono finite,ma a questo punto pensiamo che ai tifosi del Bari, saranno vietati tutti i viaggi utili per seguire i propri beniamini.
Ingiusto? Certo che si, perché nel calcio italiano la giustizia spara nel mucchio,senza far valere lo “stato di diritto”. Perché al tifoso che non ha mai commesso nulla viene vietato l’ingresso in una struttura sportiva? Perché non si puniscono i responsabili magari con pene severe senza discriminare gli innocenti? Quesiti che nel 2018 non trovano ancora risposta e ancor peggio trovano muri sollevati,restrizioni e divieti vari.

La vita ci insegna che chi “rompe paga”,nel calcio invece funziona diversamente:chi rompe,fa raccogliere agli altri i cocci e la colpa ricade su chi si fa trovare con i pezzi in mano o ancor peggio ricade su chi non era neanche nella stanza in cui si è rotto il vaso!

 

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