Politica

Campagna primarie Pd, Emiliano indagato. “Violato segreto istruttorio”

Sono indagati per una fattura da 65mila euro a una società di comunicazione che ha lavorato per la campagna elettorale delle primarie Pd del 2017, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il suo capo di Gabinetto, Claudio Stefanazzi, e tre imprenditori.
Alla base dell’attività investigativa che ha portato i finanzieri nella sede della presidenza dell’ente governativo regionale, l’ipotesi di induzione indebita a dare o promettere utilità, abuso di ufficio e false fatture.
Stando a quanto riferiscono gli inquirenti, il governatore, insieme a Stefanazzi, avrebbe indotto due imprenditori a pagare la società di comunicazione con la quale era in corso un contenzioso giudiziario.
Sulla vicenda, però, ci sono dei risvolti particolari in quanto Emiliano avrebbe saputo già lunedì 8 aprile, da fonti al momento ignote, dell’inchiesta a suo carico e della visita che gli avrebbero fatto i militari. Per questo è andato di persona in Procura e ha denunciato una violazione del segreto istruttorio. “Lunedì 8 aprile – racconta – sono venuto a conoscenza che sarei stato oggetto di una attività di acquisizione di documenti e dati da parte della GdF. La fuga di notizie in piena violazione del segreto istruttorio precisava ulteriori fatti e circostanze”. Così il governatore ha subito denunciato l’accaduto.
Nelle scorse ore, poi, come anticipato dalla fonte indicata al Procuratore della Repubblica, la Guardia di finanza di Bari ha chiesto al governatore di potere verificare alcune chat del telefono e mail relative agli scambi di messaggi con alcuni soggetti di interesse dell’ufficio. Contemporaneamente identica acquisizione è stata effettuata su Stefanazzi. “Abbiamo fornito piena collaborazione – aggiunge Emiliano – al fine di consentire l’acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi”. “Avere appreso preventivamente di atti giudiziari che poi effettivamente si sono svolti così come mi era stato anticipato – ha detto ancora – mi ha molto colpito e mi auguro che tale circostanza consenta alla Procura della Repubblica di Bari di accertare sino in fondo la verità a tutela mia personale, della funzione da me esercitata, e – conclude – della comunità che rappresento”.

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