Cronaca

Mafia Gargano, svolta nell’omicidio di primavera 2017

24 minuti. E’ la differenza temporale che intercorre tra i tempi resi dalle testimonianze degli indagati e quanto ricostruito dagli inquirenti, un tempo sufficiente per commettere un delitto e smontare un’alibi.
Ci sono voluti tre anni di indagini con metodi tradizionali, nessuna collaborazione da parte di testimoni e un’efficace studio dei Ris di Roma per arrivare alla svolta nell’omicidio di Giuseppe Silvestri, l’uomo vicino al clan Li Bergolis ucciso il 21 marzo 2017 a Monte Sant’Angelo. I carbinieri del comando provinciale di Foggia hanno arrestato Matteo Lombardi, 48enne meglio noto come Carpinese, e Antonio Zito, 39enne, entrambi vicini al clan Romito – Ricucci – Lombardi.
L’omicidio di Silvestri mette le radici in una rapina, quella del 18 febbraio 2017 ai danni di una gioielleria di Monte Sant’Angelo – Dei Nobili – che pagava il pizzo al clan Li Bergolis per ottenere la cosiddetta protezione. Quella sera stessa, il titolare dell’esercizio, denunciò la subita rapina a Giuseppe Silvestri. Dopo qualche giorno si scoprì che sarebbe stato proprio lui a garantire supporto logistico a chi aveva commesso quell’assalto, ovvero Carmine Maiorano, uomo del clan Perna di Vieste.
E per ritagliarsi uno spazio nella malavita di Monte Sant’Angelo, Lombardi avrebbe deciso di fare fuori il competitor, quel giorno di inizio primavera del 2017, data ritenuta cara dagli inquirenti per la mafia garganica per commettere omicidi, come quello di Marco Raduano lo scorso anno e quello di Francesco Pio Gentile quest’anno. La rinascita della primavera verso la cultura della morte.
Stando alla ricostruzione degli inquirenti, quella mattina del 21 marzo 2017, Lombardi e altri complici avrebbe commesso il delitto intorno alle 4.50, avrebbe lasciato e bruciato l’auto utilizzata nella campagne di Cagnano Varano e avrebbe raggiunto a Poggio Imperiale Ziti per partire con lui verso Lodi per un’asta di automobili. In Lombardia, però sono arrivati alle 12.03, accendendo entrambi il cellulare solo all’altezza di Chieti. E qui la ricostruzione temporale che non quadra.
Poi a supporto della tesi dei carabinieri anche le tracce biologiche trovare su 4 cartucce dei 12 colpi sparati per uccidere Silvestri, tracce che difficilmente lasciano spazio a diverse interpretazioni se non a quella che a commettere il delitto sia stato proprio Lombardi. Per lui l’accusa è di omicidio aggravato dalla finalità mafiosa; per Zito, invece, di favoreggiamento.

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