Giudiziaria

Aggressione a corteo antifascista: chiuse le indagini

Una vera e propria spedizione punitiva giustificata “dalla ideologia fascista” e compiuta con “metodo squadrista” nei confronti di un gruppo di manifestanti antifascisti che avevano partecipato ad un corteo organizzato dopo la visita nel capoluogo pugliese del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Secondo quanto ricostruito dalla procura di bari, i militanti di Casapound giunsero da tutta la Puglia a Bari per partecipare all’aggressione del 21 settembre scorso al quartiere Libertà. Adesso i pm hanno chiuso le indagini contestando a 28 persone, tutti militanti di CasaPound, i reati di riorganizzazione del disciolto partito fascista e manifestazione fascista.
Dieci di loro, i cosiddetti “picchiatori”, coloro cioè che materialmente presero parte l’aggressione con manubri, manganelli e cinture, ferendo quattro persone tra le quali l’assistente parlamentare dell’eurodeputata Eleonora Forenza, anche lei presente al momento dell’aggressione, rispondono anche del reato di lesioni aggravate.
La sede di CasaPound Bari, il Circolo Kraken a pochi passi dal luogo dove si era radunato il corteo, nel cuore del multietnico quartiere Libertà, è sotto sequestro da dicembre e nei giorni scorsi la Cassazione ne ha confermato la chiusura. È lì che i militanti di CasaPound – secondo quanto ricostruito dalla procura – avevano raccolto armi e radunato uomini, in attesa del passaggio dei manifestanti antifascisti. Ed è lì che, dopo l’aggressione, gli uomini della Digos di Bari, coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, trovarono “oggetti chiaramente riconducibili alla ideologia fascista”, come bandiere nere con fascio littorio e un busto di Benito Mussolini.
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato in totale a 33 persone. Oltre ai 28 di CasaPound, sono indagati anche cinque manifestanti antifascisti, compagni delle persone ferite, accusati di violenza e minaccia a pubblico ufficiale, perché dopo l’aggressione, “nel tentativo di sfondare il cordone dei militari”, avrebbero minacciato e colpito con calci, pugni e spintoni poliziotti e carabinieri.

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