A Carbonara una Casa per la gestione dei conflitti

È stato siglato questa mattina, nel Centro servizi per le famiglie di Santa Rita – Carbonara, il protocollo d’intesa per la “Casa della prevenzione e della gestione dei conflitti”, con il quale il Comune di Bari – assessorato al Welfare, il Ministero della Giustizia, i garanti regionali dell’Infanzia e dei Diritti delle persone private della libertà hanno condiviso l’impegno di promuovere un luogo e dei percorsi di riqualificazione dei modelli di relazione e della gestione dei conflitti all’interno della comunità barese.
Non si tratta di una lettera d’intenti ma di un vero e proprio programma operativo che riporta con chiarezza compiti e responsabilità che ciascuno dei sottoscrittori, secondo i principi della giustizia riparativa, assume per contrastare l’abitudine ad accettare modelli di relazione fondati sull’ostilità, la reazione punitiva, la chiusura difensiva nei contesti familiari o più prossimi e conosciuti.
L’idea è quella di dotare la città di Bari di un servizio che si occupi di reperire e mettere a disposizione dei cittadini risorse specializzate (mediatori), oltre un luogo fisico di riferimento dove accogliere, dare una dimensione e trovare vie d’uscita condivise per le diverse situazioni di conflitto, da quelle generate dai reati (reo-vittima) a quelle familiari (di coppia o generazionali), sociali (di vicinato o interculturali) o scolastiche (bullismo, alunni-insegnanti o tra i ruoli educativi), operando un significativo cambio di prospettiva con cui rispondere al reato secondo logiche e modalità diverse, principalmente attraverso l’incontro di mediazione fra la vittima e l’autore di reato.
Con questi obiettivi all’interno del Centro per famiglie di Santa Rita (via Costruttori di pace, 4) saranno realizzate azioni di promozione di cultura e pratiche riparative, soprattutto nei contesti di convivenza difficile e multiproblematica; presa in carico e verifica della mediabilità di conflitti generati da reati; ricerca e sviluppo di pratiche riparative e risarcitorie dirette e indirette; costruzione di percorsi di responsabilizzazione per chi ha sbagliato e di superamento dell’etichettamento sociale conseguente.
Con l’avvio di questo nuovo servizio, orientato alla pratica di una cultura della pace e della convivenza solidale, sarà possibile far emergere antiche competenze sociali e di coesione della comunità barese, superando la logica della delega delle responsabilità e del “gioco a somma zero” (io vinco se tu perdi).
“In un momento storico e sociale in cui troppo spesso si diffondono messaggi che incitano all’odio, alla violenza e all’intolleranza – dichiarato Francesca Bottalico – intendiamo dotare la nostra città di un luogo aperto a tutti, che reperisca e metta a disposizione dei cittadini risorse specializzate, come i mediatori e gli educatori, nell’ambito di un servizio pubblico in grado di offrire delle soluzioni alternative. Alle situazioni conflittuali, generate da reati o da crisi familiari, sociali o scolastiche, rispondiamo con la promozione di culture e pratiche di dialogo, attraverso la presa in carico e la verifica oggettiva della possibilità di mediare e generare confronti positivi, con l’ausilio di esperti e all’interno di percorsi di responsabilizzazione delle parti coinvolte. Sono fiera di questo ennesimo risultato, ottenuto dal Welfare cittadino grazie alla collaborazione di più enti istituzionali e alla condivisione di un prezioso lavoro di rete”.
Hanno siglato l’accordo l’assessora comunale al Welfare e i rappresentanti di C.G.M. – Centro Giustizia Minorile per la Puglia e la Basilicata, UIEPE- Ufficio Interdistrettuale di Esecuzione Penale Esterna per la Puglia e la Basilicata, P.R.A.P. – Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria Puglia e Basilicata, Corte D’Appello di Bari, Tribunale Ordinario di Bari, Tribunale per i Minorenni di Bari, Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bari, Tribunale di Sorveglianza di Bari, Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, Garante regionale per i diritti dell’infanzia e adolescenza e Casa Circondariale di Bari.

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