PROMESSA DI INCARICHI, INDAGATO L’ASSESSORE REGIONALE GIANNI STEA

Non c’è pace alla Regione Puglia, tra fibrillazioni politiche e vicende giudiziarie. L’ultima in ordine di tempo riguarda l’assessore al Personale della Regione Puglia, Giovanni Francesco Stea, che risulta indagato per concorso in tentata induzione indebita a dare o promettere utilità, nell’ambito di una inchiesta della Procura di Bari per fatti risalenti al 2019, quando Stea era assessore all’Ambiente. L’inchiesta è relativa a controversie in corso tra la Regione e un’azienda di Noci che si occupava della direzione lavori e della sicurezza negli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nei comuni di Grumo Appula e Corato.

Stea avrebbe tentato di convincere i referenti della ditta a risolvere la questione in sede stragiudiziale e a ritirare una denuncia, garantendo successivi incarichi. A Stea e ad altre tre persone i pm Claudio Pinto e Savina Toscani hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Oltre a Stea, sono indagati con la stessa accusa Elio Sannicandro, direttore generale dell’Agenzia strategica per lo sviluppo del territorio della Regione Puglia (Asset), e l’avvocato penalista barese Salvatore Campanelli, consulente amministrativo e legale nominato per il supporto al rup (responsabile unico del procedimento) per il fondo di progettazione per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Per falso materiale e per soppressione, distruzione e occultamento di atti è infine indagato il funzionario regionale Daniele Sgaramella.

Stando all’ipotesi accusatoria, nel corso di un incontro negli uffici della Regione, il 25 giugno 2019, con alcuni rappresentanti dell’azienda “Areva Ingegneria”, Stea e Campanelli, con il “concorso morale” di Sannicandro che era assente all’incontro, “avrebbero offerto garanzie per il futuro conferimento di incarichi di progettazione negli appalti”, se avessero accettato di risolvere le questioni oggetto delle controversie civili in sede stragiudiziale. In particolare Campanelli, dopo aver chiarito di agire anche in nome e per conto di Sannicandro (“il discorso bello mio è questo: sta Elio Sannicandro? Da quando sta Sannicandro ci sono io e viceversa”), diceva “te ne devi andare, adesso devi solo trovare la soluzione, se la vuoi trovare, ho parlato chiaro…per il futuro vai, vai, non ti preoccupare”. Mentre Stea, ricostruisce la Procura nell’imputazione, “interveniva più volte per esortare tutti i presenti a risolvere il tutto al più presto”. Nell’indagine è contestato a Sannicandro e Campanelli anche un altro episodio risalente al 1 marzo 2019. Nel corso di un incontro con la stessa azienda di Noci, i due avrebbero chiesto denaro per risolvere la controversia, presentando ai professionisti la richiesta della somma come sostegno alla campagna elettorale per le amministrative baresi del 26 maggio 2019, nella quale il legale era candidato (e poi eletto) in una lista a sostegno del sindaco Antonio Decaro, della quale faceva parte anche la sorella di Sannicandro. (Ansa)

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