Giudiziaria

Superficie 223 resta sotto sequestro giudiziario

Continua la querelle giudiziaria per il dipinto Superficie 223, un olio su tela del pittore romano Giuseppe Capogrossi, sottratto più di cinquant’anni fa e tornato nel febbraio scorso alla Città Metropolitana di Bari.
L’opera Resta sotto sequestro giudiziario, custodito nella Pinacoteca del capoluogo pugliese, all’ultimo piano del palazzo di via Spalato, in attesa di stabilire a chi spetti la proprietà dell’opera.
Il Tribunale civile di Bari ne aveva infatti disposto il sequestro d’urgenza cinque mesi fa e adesso lo ha confermato, accogliendo la richiesta dei difensori della Città Metropolitana.
La storia inizia nel 1958, quando l’opera viene acquistata dalla Pinacoteca per 500mila lire in occasione della VII mostra nazionale di pittura contemporanea “Maggio di Bari”, svoltasi nel Castello Svevo. Sette anni più tardi, nel 1964, il dipinto viene donato all’allora assessore Vincenzo Mitolo. Un dono ritenuto illegittimo perché, essendo stato acquistato con fondi pubblici, faceva parte del patrimonio dell’ex Provincia e il Consiglio provinciale dell’epoca non aveva alcun titolo per decidere di regalarlo ad un assessore. Alla morte dell’assessore il bene viene alienato dal figlio ad un altro soggetto e, dopo la morte di questi, venduto a gallerie d’arte. Per più di 50 anni del dipinto non si è saputo più niente, segnalato ormai tra le opere scomparse, fino a quando, nel 2015, è stato rinvenuto sul sito web di una galleria di Torino. In due sono stati indagati per ricettazione ma nei mesi scorsi la loro posizione è stata archiviata perché il quadro fu “acquistato in buona fede”. Su questa vicenda pende un ricorso per Cassazione, mentre sulla proprietà del dipinto è in corso il processo dinanzi al Tribunale civile che, nelle more della decisione, ha sequestrato l’opera al gallerista affidandola alla Pinacoteca di Bari.

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