Politica

Giovani medici in rivolta, preparano il “vaffanculo day” contro il M5S

Sono undici i senatori pentastellati che in un emendamento all’articolo 9 del decreto Semplificazione hanno deciso di mortificare i giovani medici facendo carta straccia del concorso pubblico per l’ammissione alla scuola di specializzazione in medicina generale. Concorso che si è concluso in tutte le regioni d’Italia con la conseguente pubblicazione delle graduatorie di merito (in alcuni casi contestata, rivista e corretta. Ebbene questa suggestiva squadra di senatori grillini (nominati e non eletti dal popolo italiano) a sentire i giovani specializzandi, ritengono di poter sovvertire le leggi e scavalcare i diritti acquisiti creando in sostanza un doppio canale di accesso alla scuola di specializzazione triennale in Medicina Generale. L’escamotage adottato è analogo a quello che per esempio ha consentito a tanti insegnanti di insinuarsi anni addietro nelle graduatorie carrozzone a esaurimento e sfinimento della scuola italiana e di far fessi altri colleghi esibendo invalidità che in tempi non tanto lontani venivano riconosciute anche per chi aveva l’alluce valgo e non poteva portare i tacchi a spillo o per chi aveva portato il collare per tre giorni dopo l’incidente col motorino. Pratica ampiamente sostenuta e difesa dai sindacati paladini dei diritti dei “lavoratori”. Il sistema clientelare è stato minuziosamente studiato col preciso scopo di garantire continuità ai servizi territoriali della medicina di base. Questa è la madre nobile delle giustificazioni che sottende a ben altro, e cioè a generare una graduatoria parallela composta da laureati che verrebbero iscritti d’ufficio alla scuola di specializzazione qualora abbiano maturato, come semplici laureati in medicina e chirurgia con annessa abilitazione all’esercizio della professione, 12 mesi di anzianità nell’ambito di un rapporto di lavoro o di collaborazione libero-professionale pregresso conseguito fino a dicembre dello scorso anno con Asl e ospedali. Questa categoria di “sfigati” col camice bianco sono avanti negli anni, molti con famiglie e prole a carico e qualche capello imbiancato. C’è anche qualche mamma che rivendica il diritto perché ha figli da sfamare e mantenere. Per carità, un buon pretesto per rivendicare il superamento d’ufficio di un concorso (che in questo caso non li vede neanche partecipanti) o l’accesso a corsie preferenziali nella non applicazione di regole in deroga a principi sconosciuti che andrebbero motivati in modo più sensato in un Paese altrettanto serio. Sta di fatto che la squadra di senatori, di cui per conoscenza pubblichiamo i nomi (Patuanelli, Grassi, Santillo, Giuseppe Pisani, Sileri, Castellone, Di Marzio, Endrizzi, Mautone, Marinelli, Puglia) aggiungono precarietà alla precarietà, incertezza all’incertezza, scoramento allo scoramento, forse per allargare la platea dei redditi di cittadinanza che prima o poi il governo gialloverde di Di Maio Salvini non saprà come garantire. Questo doppio canale di accesso in corso d’opera nelle more dell’avvio dei corsi risulta essere una volgarissima operazione all’italiana che sancisce ancora una volta il materializzarsi di una forma plastica di privilegio per alcuni e di violazione dei diritti per altri, sebbene gli iscritti d’ufficio non fruirebbero di borsa di studio e dunque non percepirebbero neanche un euro nell’arco dei tre anni. Il punto è sostanziale poiché al termine del periodo di specializzazione vi sarebbe da comprendere se ai nastri di partenza possano considerarsi tutti uguali oppure, nello svilimento complessivo, quei 12 mesi rischiano ancora una volta di tornare in auge come bagaglio professionale in grado di garantire una corsia preferenziale più per anzianità che per capacità. In questo caso ci sarebbe da preoccuparsi molto per i pazienti. Al momento a preoccuparsi però sono i giovani specializzanti pronti a mobilitarsi. Se necessario con un “vaffanculo day” al contrario.

4 Commenti

  1. Sappiate che chiunque abbia scritto questo articolo , facendo disinformazione sul decreto , cercando di fomentare la rabbia e l’odio fra i colleghi , dovrà farsi i conti con la coscineza. Gli auguro a questo coniglio che non si firma che gli vengano dei govoccioli emmorroidari e che patisca atroci dolori ogni volta che defeca.
    Saluti!

    1. Gentile signore, l’autore dell’articolo è il sottoscritto. Sono Onofrio D’Alesio e sono anche il direttore responsabile della Testata giornalistica. Al di là delle sue contumelie e dei suoi auspici sulla mia salute suo malgrado deve accettare il diritto di opinione e il diritto di critica sanciti dalla Costituzione. Le ricordo, se non ha avuto modo di approfondire l’argomento che ritengo le stia molto a cuore, che il decreto è una cosa e che l’emendamento è un’altra cosa. A mio avviso qyest’ultimo Introduce elementi peggiorativi. Pertanto ne consegue che l’articolo in questione parla proprio di questo commentando soluzioni e artifici che personalmente non condivido. E non sono l’unico. Comprendo che la sua reazione sia dovuta alla difficoltà del caso ma piuttosto che augurare patologie dolorose al prossimo , cosa peraltro anomala in un medico che ha giurato ben altro e che ha una precisa missione da compiere, dubito serenamente che lei un domani potrà essere un buon medico. Per quello che ha scritto, non motivando e circostanziando le sue osservazioni, dubito che potrà fare carriera. Onofrio D’Alesio

  2. Buonasera concord con il collega per quanto riguarda lo stile offensive e denigratori nei riguarda di un gran numero di medici definiti”sfigati”per il semplice fatto di non essere riusciti ad entrare in un corso che di specialistica e meritorio non conosce neanche l’ombra. Sono letteralmente disgustata per la volgare manipolazione di una notizia che riguarda una fascia di professionisti( secondo l’autore semplicemente laureati in medicina) Finora trascurata e penalizzata da normative assured. I veri giornalisti raccontano I fatti e basta, non esprimono opinioni personali o tendenziose.

    1. È andata fuori tema. Il riferimento era diretto al doppio canale d’ingresso per la specialistica. Non altro. Aggiungo anche che il giornalista non racconta solo i fatti. Per quelli è sufficiente un registratore.

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