Cronaca

Migranti: ruspe in azione a Borgo Mezzanone

Circa duecento uomini tra polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno tenuto questa mattina una operazione interforze nel ghetto di Borgo Mezzanone, vicino a Foggia, l’agglomerato di baracche abusive sorto accanto al Cara – Centro richiedenti Asilo – dove attualmente risiedono circa 1500 migranti.
Le forze dell’ordine sono state impegnate in perquisizioni e controlli tra i manufatti dove, secondo indagini coordinate dalla Procura di Foggia, si consumerebbero reati come la prostituzione.
Le ruspe, informa il Viminale, hanno abbattuto alcuni immobili che erano teatro di attività illecite e offrivano rifugio occasionale a senzatetto, spacciatori, tossicodipendenti e clandestini. In particolare, è stato raso al suolo un immobile, denominato ‘casa verdè, dove era segnalata prostituzione. Demolite anche altre strutture trasformate in officine improvvisate (per smontare e far sparire veicoli rubati) e venivano venduti alcolici e droga. In un altro manufatto abbattuto, gli abusivi avevano aperto una discoteca.
“Si sta riconquistando una porzione di territorio perché bisogna affermare la presenza dello Stato in qualsiasi ambito territoriale della provincia di Foggia”, ha detto il questore vicario del capoluogo dauno, Alfredo D’Agostino che continua: “Noi stiamo procedendo delle attività di gestione dell’ordine pubblico su un progetto più ampio che coinvolge procura della Repubblica e Prefettura; sono interventi finalizzati – precisa – al ripristino della legalità in alcune strutture presso le quali si svolgevano attività illecite o illegali. “In questo momento stiamo sgomberando delle strutture dove non vi è una residenzialità – ha continuato – Non andiamo a colpire in questa fase strutture alloggiative”.
Secondo la Procura di Foggia nella baraccopoli cresciuta abusivamente attorno alla ex pista dell’aeroporto militare di Borgo Mezzanone opererebbe un gruppo di nigeriani in grado anche di monitorare delle persone che entrano ed escono dal ghetto. È quanto si legge nel decreto di sequestro firmato dai pubblici ministeri Paola De Martino e Maria Giuseppina Gravina della Procura di Foggia, che ha dato il via alle operazioni di demolizione di alcune opere abusive al’interno dell’area. Il provvedimento riguarda tre manufatti in muratura: uno veniva usato per l’esercizio della prostituzione, l’altro per smontare veicoli e l’ultimo come discoteca, ciascuno con annesse baracche in cartone e lamiera destinate a varie attività commerciali tra cui anche la vendita di alcolici.
Nel corso delle operazioni di demolizione sono state poste sotto sequestro anche due piccole utilitarie, una vecchia Y10 e una Fiat 500, risultate entrambe rubate

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