Cronaca

Monte sant’Angelo, minacce di morte a sindco e assessore

Nella busta un teschio umano e due biglietti con minacce di morte. È quanto hanno trovato il sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo e all’assessore al bilancio Generoso Rignanese. La busta con il resto umano è stata ritrovata questa mattina appesa al cancello della delegazione comunale di Macchia – Marina di Monte Sant’Angelo. A fare la scoperta un dipendente comunale che ha immediatamente dato l’allarme ai carabinieri. I militari hanno sequestrato il contenuto della busta.
“Oggi è una giornata triste, di quelle che vorresti cancellare. È stata trovata dietro la porta della delegazione di Macchia una busta contente un teschio umano e minacce di morte rivolte a me, alla mia famiglia e all’assessore e amico Generoso Rignanese. Un atto intimidatorio che ci riporta nello sconforto e che prova a seminare paura, ma a queste persone voglio solo dire: non ci fermerete, noi andiamo avanti nel nostro lavoro; lo dobbiamo a noi stessi, alle nostre famiglie e alla comunità che ci ha dato fiducia”. E’ il commento del sindaco di Monte Sant’Angelo, Pierpaolo d’Arienzo, dopo il ritrovamento dalla busta contenete il teschio e le minacce a lui rivolte.
La busta con un teschio umano e minacce di morte non è il primo atto intimidatorio subito dal sindaco di Monte Sant’Angelo Pierpaolo D’Arienzo. Il primo episodio risale a giugno dello scorso anno quando un pregiudicato di 26 anni diede fuoco alla Fiat Punto di d’Arienzo parcheggiata per strada a pochi metri da Palazzo di Città. Poche ore dopo l’incendio, il giovane si presentò spontaneamente ai carabinieri e venne denunciato con l’accusa di danneggiamento e minacce a pubblico ufficiale.
Pierpaolo d’Arienzo, 40 anni, è stato eletto nel giugno 2017 con una lista civica CambiaMonte. Ereditava un Comune sciolto per infiltrazioni mafiose a luglio 2015. A settembre scorso, inoltre, il primo cittadino ha ricevuto dal comitato antimafia il premio Livatino-Saetta-Costa. Nel territorio compreso tra Monte Sant’Angelo, Mattinata e Manfredonia operano da sempre due organizzazioni criminali i Libergolis – Miucci in contrapposizione storica con il clan Romito, in lotta per il controllo degli affari illegali della zona.

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